dopo i primi momenti legati alla necessità di gestire in famiglia l’ansialegata all’emergenza coronavirus, la necessità di riorganizzare le nostre risorse personali, lavorative, familiari diventa un aspetto centrale nella quotidianità.
All’improvviso ti ritrovi ad avere molto tempoda condividere con i tuoi figli. In molti casi anche lo spazio e le risorse a disposizione in casa vanno gestiti con attenzione se vogliamo che questa convivenza risulti essere un’esperienza piacevole per entrambi!
Se riesci a creare le condizioni per farlo (clima facilitante), può essere un’opportunità per:
dare voce alle parole non dette , quello che avresti voluto sempre dire ai tuoi figli ma non hai ancora trovato l’opportunità per farlo
verificare quanto sei in grado di creare la ‘giusta distanza‘ che ti consente di fare percepire loro la tua presenza evitando di risultare troppo vicino o troppo lontano
con i figli più grandi : verificare quali progetti per il futuro hanno i tuoi figli, quale idea si stanno facendo riguardo alla prospettiva di costruire una propria indipendenza economica
Per avere maggiori informazioni, iscriverti al percorso formativo ‘Genitori Facilitanti’ o confermare la tua presenza ad un workshop in programmazione:
> alzare la voce / urlare ai tuoi figli? > utilizzare le minacce come metodo per risolvere un conflitto? “Se non ti metti subito le scarpe e scendi da lì vedi cosa succede…” > o in alternativa le punizioni? “Adesso vai in punizione!”
Sono comportamenti che molti genitori utilizzano per risolvere i conflitti quando i figli rispondono con un’opposizione tenace ad una specifica richiesta del genitore.
Giovanni Minoli di Radio24 mi ha intervistato su questo tema lunedì 16/5/2016 all’interno della trasmissione Mix24. Di seguito il link al podcast per riascoltare la puntata e le relative notifiche twitter:
#Facilitare i #figli nell’identificazione del #talento ma anche nell’esame della realtà, nella ricerca di un lavoro che vada incontro alle loro esigenze in termini di #autorealizzazione / #indipendenza economica, rappresenta una sfida molto importante per le #famiglie di oggi.
Credo innanzitutto nella possibilità che i genitori hanno di creare fin dai primi momenti di vita assieme ai propri figli un #climafacilitante(del quale ho già scritto in un precedente articolo), all’interno del quale le diversità trovano maggiori possibilità di essere riconosciute , accettate , valorizzate e di conseguenza anche le diverse esigenze dei componenti della famiglia possono essere identificate, ascoltate.
Aumentano le possibilità di prendere delle decisioni, risolvere problemi e conflitti attivando le risorse creative della famiglia per ricercare una soluzione che incontri di volta in volta le esigenze di tutti.
Nel caso della ricerca di un lavoro / dell’indipendenza di un figlio dalla famiglia di origine, questo tipo di clima relazionale può aiutare nell’identificazione di una soluzione efficace che comprenda tempi e modalità di attuazione concordate.
Al contrario, la presenza di un clima relazionale ostacolante, rischia di creare nel medio/lungo termine quelle distanze e incomprensioni che tendono a far persistere problemi e lasciare i conflitti irrisolti, minacciando l’integrità della famiglia. Le esigenze dei diversi componenti della famiglia non trovano modo di essere condivise, non vengono identificate, né ascoltate.
Si rischia l’escalation del conflitto e la rottura delle relazioni.
Un esempio di escalation del conflitto che diventa difficile da gestire riguarda proprio una separazione di un figlio dal nucleo familiare che viene agita in tempi e modi non adeguati alle esigenze di una o più delle persone coinvolte: qualcuno rischia di uscire da questa situazione come perdente, nei casi più difficili tutti i componenti della famiglia rischiano di uscirne perdenti quando c’é una rottura della relazione con i figli.
A volte alcuni genitori ad esempio perdono la fiducia nella possibilità che il proprio figlio riesca a costruire una propria indipendenza dalla famiglia di origine e rischiano di agire dei comportamenti o soluzioni estreme poco efficaci nel facilitare questo processo di cambiamento.
Ad orientare il conflitto verso un’escalation contribuisce molto infatti lo stile di gestione del la diversità / del conflittodei genitori:
uno stile #permissivo / #passivo, che tende ad assecondare un comportamento o una scelta di un figlio che uno o entrambi i genitori non ritengono accettabile, ad es.: quella di rimanere a vivere in casa oltre ad una certa età, cambiare facoltà universitaria, prolungare un periodo di studi all’estero, non contribuire economicamente al bilancio familiare, ecc…
o al contrario uno stile #autoritario / #aggressivo, ad es.: denunciare un figlio alle autorità, imporre delle norme di convivenza rigide altro tipo di limitazioni , togliere la patente ecc..
Entrambi gli stili portano nel lungo termine all’identificazione di soluzioni limite non condivise che generano emozioni negative forti, che spesso vengono ignorate, non contattate, non gestite e direttamente agite senza che vi sia la possibilità di incontrare le altre persone della famiglia coinvolte nella ricerca di una soluzione condivisa.
Qual’é il momento ‘giusto’ perché un figlio se ne vada da casa?
Non esiste a mio avviso il momento ‘giusto’ per un figlio per andare via dalla casa nella quale é cresciuto, ma va ricercata con attenzione, ascolto e reciproca comprensione una dimensione di dialogo all’interno della famiglia che faciliti l’identificazione di una soluzione che vada incontro alle esigenze di tutti.
Un momento particolarmente prezioso che riveste un’importanza fondamentale é quello della verifica: possiamo riconoscere a noi stessi e ai nostri figli la possibilità di verificare che la soluzione scelta incontri le esigenze di tutti?
ogni giorno può essere un buon momento per decidere di cambiare direzione..
se come genitore ti senti incuriosito, interessato a questi temi e desideri esplorarli maggiormente con la facilitazione di un esperto e attraverso il confronto attivo con altri genitori questo percorso può fare al caso tuo!
“Uno dei sentimenti più gratificanti che io conosca, ed una delle esperienze che meglio promuovono la crescita dell’altra persona, sorge dall’apprezzare un individuo nello stesso modo in cui si apprezza un tramonto. Le persone sono altrettanto meravigliose quanto i tramonti se io li lascio essere ciò che sono. In realtà, la ragione per cui forse possiamo veramente apprezzare un tramonto é che non possiamo controllarlo. Non tento di controllare un tramonto. Ammiro con soggezione il suo dispiegarsi”. Carl Rogers
Mi ritrovo spesso e volentieri, in particolare da quando sono diventato genitore, a ricordare questa metafora utilizzata da Carl Rogers, il fondatore dell’approccio centrato sulla persona al quale faccio riferimento non solo come professionista, ma che rappresenta un credo profondamente radicato nel mio modo modo di essere.
Mi aiuta a riflettere riguardo a ciò che accade ogni qualvolta (non ci riesco sempre!) sono in grado di lasciare da parte il controllo e creare assieme a mia figlia un contatto di qualità: in quei momenti provo un profondo senso di soddisfazione, posso osservare con curiosità il suo modo di essere e riconoscere, apprezzare la sua diversità, mi sento arricchito dalla sua presenza; riconosco l’opportunità di apprendere qualcosa di importante sulla vita, su di lei, su me stesso, sulla nostra relazione.
Lasciando da parte il controllo, noi genitori abbiamo la possibilità di riconoscere ed apprezzare maggiormente i nostri figli nella loro diversità. Questo tipo di riconoscimento é una delle condizioni sufficienti e necessarie per aiutare i nostri figli nell’esprimersi autenticamente per ciò che sono, facilitati da noi nella scoperta di loro stessi e della loro unicità.
Al contrario, ogni qualvolta invece tentiamo di agire un qualche tipo di controllo nella relazione con loro o su di loro, rischiamo di creare delle distanze che possono farli sentire incompresi e non accettati per ciò che sono, non valorizzati osqualificati da noi. Questo tipo di distanza rischia di ostacolare nel medio e lungo termine il processo di sviluppo della loro autostimae di influenzare negativamente i loro comportamenti. Il tentativo di agire una qualche forma di controllo ha inoltre un ulteriore conseguenza : spesso i figli reagiscono ai nostri tentativi di controllo con tutte le energie che hanno a disposizione!
Abbiamo molte possibilità oltre a quella di utilizzare il potere nella relazione con loro che possono portare a dei benefici importanti e promuovere lo sviluppo di benessere e qualità nella relazione genitore-figlio.
Genitori facilitanti: una sfida esistenziale o una concreta possibilità?
____________________ se come genitore ti senti incuriosito, interessato a questi temi e desideri esplorarli maggiormente con la facilitazione di un esperto e attraverso il confronto attivo con altri genitori questo percorso può fare al caso tuo!