QUANTO LA TENDENZA AL PERFEZIONISMO LIMITA LA TUA CREATIVITA’ + 3 CONSIGLI PER SVILUPPARE LA TUA AGILITA’ E COGLIERE LE OPPORTUNITÀ
Il mondo nel quale viviamo cambia così velocemente e in modo imprevedibile che è diventato difficile sviluppare una #visione che abbia un livello accurato di predittività. Come sarai nei prossimi 5/10 anni? Difficile dirlo!
Se aspetti di definire nei dettagli il tuo progetto imprenditoriale, completare il tuo percorso di formazione e raggiungere il livello ideale di knowhow per immetterti nel mercato, rischi di rimanere invischiato dal tuo perfezionismo.
E di ritrovarti a dover riporre la tua creatività, le tue intuizioni nel cassetto dei rimpianti dei ‘vorrei ma non posso’ o del ‘sono arrivato/a tardi’.
In questo video ti invito ad esplorare come è possibile lasciare andare il perfezionismo, accettare la #sfida dell’ #incertezza e sviluppare la tua #agilità professionale / imprenditoriale
per cambiare scenario e #facilitare te stesso /a nel #raggiungere i tuoi #obiettivi
L’equilibrio mancato nelle relazioni d’amore ha luogo quando il bisogno dell’altro sovrasta e imprigiona il sentimento, questo può portare a vivere legami che producono sofferenza senza riuscire a liberarsene. Descrizione del workshop in questo workshop esploreremo assieme la dipendenza affettiva nelle relazioni d’amore, le sue origini, le sue illusioni, i modi in cui può manifestarsi, aiutandoci con gli spunti offerti dalla clinica, dal mito e dalle esperienze individuali. Cercheremo di tracciare i percorsi direzionati a una relazionalità più libera e responsabile nei confronti di sé stessi. prenota la tua partecipazione al workshop del 21/11 ore 16-18 attraverso questo link: https://www.eventbrite.com/e/workshop…
Come avviene per ogni altro organismo vivente, anche il tuo #network di #relazioni ha bisogno di essere nutrito per #crescere e svilupparsi nel migliore dei modi e poter rappresentare una base sulla quale improntare il tuo #percorso di #crescitapersonale / #professionale. In questo video ti parlo dell’importanza di #nutrire attivamente ed adeguatamente le relazioni con le persone del tuo network. Per facilitare gli altri nel riconoscere adeguatamente le tue esigenze, i tuoi bisogni, le tue preferenze e tenere lontani il senso di isolamento, frustrazione, mancanza di sostegno, mancanza di stimoli, delusione. Come per le altre competenze di facilitazione che ho inserito nel mio percorso #facilitatoreditestesso, una volta calibrata questa #competenza entrerà a far parte di quel set di #abitudini funzionali che agirai quotidianamente e che entreranno a far parte del tuo #mododiessere.
Se sei interessato ad intraprendere un percorso trasformativo per diventare il #facilitatoreditestesso prenota la tua call di svolta gratuita di 30’ attraverso il mio sito: www.stefanocalore.it
Abbiamo #bisogno di relazioni, ci nutriamo di relazioni. Sono la fonte di #energia più preziosa per ogni essere umano. Ma anche il banco di #prova più importante, la vera #sfida esistenziale oltre che la più importante #opportunità di #apprendimento: in primis la #relazione con hai con te stesso/a. Realizzare qualcosa di importante nella vita, esprimere il tuo #potenziale dà #soddisfazione, quando hai vicino una persona che ti facilita, ti ascolta, ti sostiene, ti stimola, c’è uno scambio di energie che rappresenta un valore aggiunto unico. Una relazione tossica invece può rappresentare il più grave tra i fattori che drenano le tue energie personali. In questo video ti indico qual sono i sintomi che ti aiutano a riconoscere una relazione tossica e ti accompagno ad esplorare come è possibile facilitare te stesso/a per liberarti da una relazione tossica
Buona facilitazione!
Se ti interessa sviluppare le competenze chiave per diventare il #facilitatoreditestsso , visita il mio sito web: www.stefanocalore.it
lo #Stress è una reazione naturale dell’organismo, che si attiva mobilitando le #energie necessarie a gestire #efficacemente le #esperienze che affronti quotidianamente. un’adeguato livello di #attivazione (Eustress), permette di vincere #sfide importanti e #guadagnare #soddisfazione e #benessere a livello psicofisico: appagamento, #autorealizzazione sono accompagnati dalla #produzione di #ormoni, #neurotrasmettitori, #molecole di #emozioni positive che pervadono l’organismo
Ma c’è il rischio di intossicarsi per il troppo stress: per funzionare bene, il tuo organismo ha bisogno di alternare fasi di attivazione a fasi di riposo, se rimane per troppo tempo in fase di attivazione entra in ‘modalità protezione’: #Distress(stress negativo)= rischio di #esaurimento delle energie
La buona notizia è che in un modulo del mio percorso #faciitatoreditesso ti aiuto a sviluppare le #competenze chiave per #facilitare i processi di #automonitoraggio / #autoregolazione dello stress. Per cogliere i segnali che il tuo #organismo ti comunica e #prevenire l’#esaurimento delle energie.
fissa oggi la tua chiamata di svolta gratuita di 30′
le #emozioni sono #energia pura che può alimentare la tua #vitalità, sono l’energia che potenzialmente puoi trasmettere agli altri. Guidano le tue #azioni, ti possono guidare nel calibrare le tue relazioni con gli altri. Ti portano ad aprirti ad altre persone, altre situazioni o al contrario a chiuderti quando non ci sono le condizioni per poterlo fare. Sono un’energia da #trasformare, scambiare con le altre persone .
Ma a volte rappresentano un #ostacolo, Il rischio è quello di di rimanere bloccato/a da un’ emozione che vivi in modotroppointenso e non riesci a gestire, vai in #cortocircuito #emozionale: è così difficile gestire l’intensità di quell’emozione in quel momento che vai in tilt, ti preoccupi, ti spaventi della stessa emozione e cerchi di controllarla.
Spesso ad un’emozione intensa agganci un #pensiero . Molte volte un giudizio , inizi a rimuginare .. è un tentativo di controllare quello che provi e rischia di portarti ad abbandonare una situazione che potrebbe essere importante per te, una #sfida che potresti provare a gestire in modo diverso, ti porta ad eclissarti nella tua emozione che ti vampirizza, ti toglie energie, ti porta ad isolarti.
la vita è un scenario ricco di emozioni..allora perché limitarsi a provare solo determinate emozioni soprattutto se sono #disfunzionali e non ti aiutano a stare bene con te stesso/a e con gli altri?
il Coronavirus, come gli altri virus che hanno messo in crisi il sistema immunitario degli esseri umani generando pandemie importanti nel corso della nostra breve storia, in questi giorni sta contagiando molti di noi non solo a livello biologico ma anche a livello psicologico, favorendo lo sviluppo di ansia e per chi è più fragile di attacchi di panico.
Per tutti noi è comunque una situazione che genera molto stress che non è facile da gestire.
Il Governo sta adottando tutte le precauzioni necessarie al contenimento del contagio biologico, ma quale tipo di contagio rischia di avvenire a livello psicologico e quali ripercussioni possono avere lo stato di paura e di ansia legati al diffondersi del coronavirus sul nostro equilibrio personale, sul nostro sistema immunitario?
Immunità Psicologica
Incontrando in questi giorni a studio o in videoconferenza le persone che abitualmente soffrono di problemi legati all’ansia ed hanno quindi una grande esperienza di convivenza forzata con la stessa, ho notato che queste persone, che si attivano in tutti i modi possibili anche se non sempre efficacemente nel cercare di gestire l’ansia nella quotidianità e nel tentativo di prevenire l’insorgere di attacchi di panico , hanno sviluppato una sorta di immunità agli effetti psicologici del virus: sembrano in qualche modo essersi ‘abituate’ a convivere con l’ansia, che è divenuta nel tempo a tutti gli effetti parte integrante del loro modo di essere e stanno quindi subendo meno di altre persone gli effetti psicologici legati alla paura e all’ansia da coronavirus.
Paradossalmente quindi può essere in alcuni casi terapeutico vedere attorno a sé molte persone che manifestano esplicitamente un livello elevato di ansia, può fare sentire le persone ansiose ‘più competenti‘ e meno ‘diverse’ ed innescare un processo di consapevolezza ed autoregolazione positivo facilitando lo sviluppo di benessere.
Per chi non ha lo stesso tipo di esperienza quotidiana nella gestione dell’ansia invece, la pressione psicologica legata ad una situazione di emergenza, rischia di irrompere in modo aggressivo nella quotidianità e generare effetti di malessere psicologico, di stress difficili da gestire e da arginare, soprattutto quando la situazione di emergenza perdura per periodi prolungati di tempo.
Stato di emergenza: quali effetti nel breve termine?
le neuroscienze, che rappresentano l’ultima frontiera nello studio di come funzioniamo a livello psico – neuro – endocrino – immunologico , ci aiutano a comprendere meglio come uno stato di emergenza può influenzare il nostro equilibrio personale nella quotidianità e quali effetti può avere nel breve termine sul nostro organismo a livello psicologico, fisiologico, ormonale.
una prima reazione del nostro organismo ad un evento che viene percepito come minaccioso attiva in noi una serie di modificazioni importanti, che puoi provare a riconoscere / osservare:
> aumento del battito cardiaco/ della frequenza del respiro
il cuore batte con maggiore frequenza, per garantire l’approvvigionamento di ossigeno ai muscoli attraverso il sangue. Sei pronto all’azione, pronto a reagire agli eventi
> nausea / giramenti di testa / malessere di stomaco
il sistema digestivo si blocca: le energie vengono dirottate al sistema muscolo scheletrico per garantirne la massima efficenza
> necessità di evacuare / svuotare la vescica
l’organismo si libera dei liquidi in eccesso, per essere più leggero e pronto. Potresti notare un’aumento della frequenza di queste esigenze fisiologiche.
> alterazione del ritmo sonno / veglia
nel breve termine, potresti notare un minor bisogno di riposo, una maggiore sensibilità ai rumori, un sonno più leggero ed avere dei risvegli notturni o vederne aumentare la frequenza e l’intensità
questi sono alcuni dei cambiamenti più facilmente percepibili. Nell’immediato questi cambiamenti possono essere funzionali per attivare le risorse necessarie a gestire una situazione di pericolo, di emergenza o presunta tale, ma se tale alterazione perdura troppo a lungo nel tempo potrebbero cronicizzarsi e generare effetti di malessere e compromettere it tuo equilibrio personale.
Quando ti trovi a gestire uno stato di emergenza sono le parti più antiche del cervello ad attivarsi: quelle che costituiscono il nostro cervello rettiliano. E’ grazie agli studi di Paul Mac Lean , che risalgono agli anni ’80 , che abbiamo appreso quali sono le funzioni che caratterizzano questa stratificazione del nostro cervello. Si tratta di funzioni legate alla sopravvivenza , che regolano le reazioni di attacco o di fuga.
Quali effetti può avere uno stato di emergenza nel lungo termine?
trattandosi di una situazione di stress , il nostro organismo è in grado di fronteggiarla efficacemente solo per un periodo breve che tecnicamente si definisce fase di resistenza. Per gestire questa fase il tuo organismo sta attingendo a tutte le risorse disponibili, è naturale prevedere che seguirà una fase di esaurimento delle risorse e di bisogno di recupero.
Permanere per troppo tempo in una fase di resistenza rischia di indebolire o compromettere il funzionamento del sistema immunitario e ti rende maggiormente vulnerabile alle minacce esterne
Come puoi proteggere il tuo equilibrio personale in questa situazione di emergenza?
se percepisci uno o più segnali tra quelli indicati, puoi provare a gestire attivamente l’ansia e lo stress attraverso tecniche per il rilassamentopsicofisico centrate sulla respirazione e sul grounding (in questo articolo trovi una strategia in 4 step con le indicazioni da seguire).
Una volta ricreato uno stato di rilassamento psicofisico, puoi provare a riequilibrare il funzionamento del cervello: il cervello rettiliano può lasciare gestire la situazione alle altre stratificazioni più recenti rappresentate dal sistema limbico e dal neocortex che si diramano in entrambi gli emisferi, come vedi rappresentato nella figura che riporto di seguito:
Utilizzando questa mappa e le azioni chiave riportate di seguito, puoi provare ad attingere al potenziale Whole Brain (cervello globale) per ristabilire un equilibrio interiore:
Area Verde – Limbico SX
quest’area del cervello si attiva quando viene soddisfatta l’esigenza di sicurezza / controllo
azione: verifica i dati relativi alla gestione dell’emergenza coronavirus in Cina. Il governo cinese, attuando strategie di controllo molto restrittive è riuscito ad arginareil contagio e gli ospedali stanno rilasciando i pazienti che fino ad oggi sono stati tenuti in quarantena. Gli strumenti di monitoraggio che abbiamo a disposizione oggi e l’analisi dei dati svolta quotidianamente dalla Protezione Civile e dai membri del comitato scientifico istituito dal Governo ci danno delle precise stime di quanto potrà durare nel nostro paese. La situazione è sotto controllo. Anche generare e seguire delle routine di cura della tua abitazione, dei tuoi spazi, delle piante può aiutare nell’attivare le funzioni di quest’area
Area blu – Neo Cortex SX
quest’area del cervello si attiva quando viene soddisfatta l’esigenza di precisione e concretezza.
azione: riduci all’essenziale la ricerca di informazioni riguardanti la crisi in atto, attraverso i programmi TV e internet, scegli un’unica fonte attendibile da seguire una sola volta al giorno es.: Governo , Ministero della Salute , Istituto Superiore di Sanità.
Area gialla – Neocortex DX
quest’area del cervello si attiva quando viene soddisfatta l’esigenza di sperimentare
azione: sperimentare significa innanzitutto visualizzare te stesso in un arco temporale ampio. Prenditi del tempo e utilizza la tua mente per per visualizzarti nel periodo successivo all’emergenza, quando potrai tornare alla routine. Se fossi già in quella fase di ripresa e potessi guardarti indietro, chiediti: cosa avresti potuto fare di importante per prepararmi nel migliore dei modi? Cosa avrei potuto iniziare a fare in modo diverso? Cosa avrei potuto smettere di fare?
Il tempo che hai a disposizione durante la gestione dell’emergenza è una risorsa molto preziosa da poter utilizzare nel migliore dei modi. Buona sperimentazione!
Area rossa – Limbico DX
quest’area del cervello si attiva quando viene soddisfatta l’esigenza di relazione
azione:prenditi cura delle relazioni personali, che rappresentano una risorsa importante e necessaria per riequilibrare le energie personali. Ricerca con regolarità momenti di contatto telefonico / videochiamata con i familiari / gli amici e prova a centrarti sulla loro esperienza, offrire loro il tuo sostegno. Ascoltare, comprendere / Aiutare gli altri ti ricarica di energie positive, piacevoli. In questo articolo alcuni spunti di riflessione / proposte per prendersi cura della relazione con i figli
Se ti interessa approfondire attraverso una formazione dedicata le competenze e lo sviluppo del potenziale delle 4 aree definite dal modello Whole Brain di Ned Herrmann, contattami
l’ansia è un elemento naturale, che è ha un’importanza strategica e legittimamente è parte integrante della nostra esperienza quotidiana.
Assolve una funzione di vitale importanza: è un segnale, un’attivazione del nostro organismo che ci avvisa quando ci troviamo a vivere un’esperienza per noi significativa.
Attivandosi, il nostro organismo ci mette a disposizione quella serie unica di risorse personali che possono consentirci di entrare in una specifica situazione e coglierne l’essenza.
Non esiste una vita senza ansia
Questa attivazione naturale del nostro organismo può invece rappresentare un problema se non gestita efficacemente.
In generale ogni tentativo di controllarele nostre reazioni nelle diverse situazioni che ci attivano / generano ansia, rischia di essere controproducente: non funziona! nella maggior parte delle volte è fallimentare: rischia di alimentare ulteriormente l’ansia, invece di ridurla.
Quando il livello di ansia sale, non è semplice gestire efficacemente la respirazione, alcuni di noi rischiano di rimanere bloccati e smettere di respirare con fluidità.
Un’altra reazione all’ansia molto comune è quella legata ai processi mentali: alcune persone rischiano di innescare una serie di pensieri che non aiutano a gestirla efficacemente ma al contrario la vanno ad alimentare.
Quando queste strategie inefficaci di gestione dell’ansia vengono generalizzate a più situazioni, rischia di prendere forma un vero e proprio disturbo d’ansia, che può essere invalidante, può limitare la libertà di espressione di una persona e compromettere il suo stato di benessere.
come gestire efficacemente l’ansia ?
con una strategia adeguata, ridurre drasticamente o sconfiggere l’ansia è possibile.
Riporto di seguito alcuni suggerimenti importanti per implementare una strategia efficace di gestione dell’ansia:
strategia per gestire l’ansia #1: riconoscila
Quanto spesso ti capita di… … sentire un ‘nodo alla gola’? .. accorgerti di stare trattenendo il fiato, in apnea? … rimuginare, perderti nel flusso dei tuoi pensieri? … ritornare all’improvviso con la tua mente nel ‘qui ed ora‘ della situazione attuale mentre fino ad un momento prima eri nel turbinio dei tuoi pensieri(vedi nota: dissociazione riportata di seguito) ad esplorare una situazione ipotetica che ancora non è accaduta o che è legata ad un’esperienza del passato? qual’è il tuo stile personale di gestione dell’ansia? come funzioni quando sei a contatto con una situazione che genera ansia? osservati, riconosci,
Familiarizza con il tuo stile di gestione dell’ansia
strategia per gestire l’ansia #2: affronta le situazioni ‘difficili’
una delle strategie di gestione dell’ansia maggiormente utilizzate è quella dell’evitamento: evitare situazioni che comportano ansia.
Funziona, ma rischia di limitare fortemente le tue possibilità di azione, ti tiene lontano da situazioni che potenzialmente possono nutrirti, farti apprendere qualcosa prezioso su di te.
una situazione che tieni lontana dalla tua esperienza, evitandola, rischia di diventare una fonte sempre più importante di ansia, come un nemico che si rafforza e si nutre mentre tu lo ignori.
Evitare le situazioni ansiogene non aiuta a gestire più efficacemente l’ansia
strategia per gestire l’ansia #3: smetti di rimuginare!
La psicologia definisce ‘dissociazione’ quel particolare stato di ‘alterazione di coscienza‘, che porta ciascuno di noi ad effettuare più o meno frequentemente delle deviazioni di pensiero dal qui ed ora del momento presente.
Se da una parte la dissociazione può essere una risorsa preziosa quando hai bisogno di creare qualcosa di nuovo, ad esempio una nuova soluzione ad un problema noto, lasciandoti ispirare dai tuoi ideali / sogni / valori personali, questo allontanarsi con la mente dal momento presente può invece risultare una fonte di disagio quando stai cercando di gestire una situazione che genera ansia . Soprattutto se il tuo processo di pensiero è caratterizzato dalla presenza di pensieri disfunzionali, distruttivi, che non ti aiutano nella gestione del momento difficile che stai affrontando ad es.:’ cosa penseranno di me le altre persone?’ .. ‘ si saranno accorte che…?’
Un adeguato livello di attivazione della tua mente è necessario per produrre idee / pensieri ma è importante che non venga superata quella soglia di attivazione che innesca il circolo vizioso dell’ansia.
Con uno stato d’ansia nello sfondo, rimuginare può diventare un’attività mentale che nutre, alimenta la tua ansia e può portarla a raggiungere livelli molto elevati, creando i presupposti per un vero e proprio attacco di panico.
e’ importante riconoscere, ascoltare il tuo dialogo interiore e ridurlo al minimo indispensabile, orientarlo affinché ti faciliti, ti accompagni nelle situazioni difficili
Se adotterai una strategia efficace di gestione dell’ansia, riuscirai a sperimentare un livello d’ansia gestibile anche per le situazioni più difficili.
consiglio di gestione dell’ansia #4: canalizza la tua attenzione
Puoi provare a ridurre il livello di ansia fino a favorirne la completa estinzione canalizzando efficacemente la tua attenzione su alcune funzioni vitali, che rischiano di uscire dalla tua consapevolezza quando sei all’interno del circolo vizioso dell’ansia: il grounding (radicamento) e la respirazione.
Di seguito riporto un esercizio costituito da una sequenza di azioni (3 Step) che utilizzo frequentemente per aiutare le persone che sperimentano livelli elevati di ansia. Puoi provare a svolgerlo per interrompere il circolo vizioso dell’ansia e ripristinare un livello di funzionamentoadeguato delle funzioni vitali antagoniste dell’ansia: grounding e respirazione.
il grounding (dall’inglese ground=terra, suolo), ovvero la ‘messa a terra‘, è la funzione di base che ti può aiutare a sviluppare quella vitale sensibilità rispetto al contatto che hai con il suolo sul quel appoggi che è necessaria per fare fluire efficacemente le tue energie personali
Quando sei in balia del rimuginare e dell’ansia, c’è il rischio che tale sensibilità sia fuori dalla portata della tua consapevolezza e che tu non le stia dedicando l’attenzione necessaria a garantire un livello di benessere adeguato.
Step 1 : grounding
riappropriarti di questa sensibilitàè possibile: puoi invitare attivamente la tua mente a rifocalizzare l’attenzione sul contatto che le piante dei tuoi piedi hanno con il suolo.
Step 2:bodyscan
una volta riconquistata questa sensibilità puoi procedere con uno scan completo del tuo corpo a partire dalla pianta dei piedi, spostando lentamente la tua attenzione fino a raggiungere il punto più alto della tua testa, verificando in quali punti sono presenti eventuali tensioni e liberandole attivamente attraverso piccoli movimenti o una leggera pressione
l’altra funzione vitale che puoi riattivare rifocalizzando adeguatamente l’attenzione della tua mente è la respirazione.
quando sei all’interno del circolo vizioso dell’ansia anche la respirazione rischia di essere relegata ad un livello di sensibilità e attenzione troppo basso, compromettendone la funzionalità.
Step 3: respirazione circolare
la sola riattivazione del grounding (Step 1) spesso è sufficiente a facilitare il ripristino della respirazione. In caso contrario, puoi sollecitare il tuo organismo a riattivare e regolarizzare la respirazione seguendo questi semplici passaggi:
a) appoggia la mano destra sulla pancia appena sotto l’ombelico, la mano sinistra al centro del petto all’altezza del diaframma.
b) inspira iniziando a riempire di aria la parte bassa dei polmoni, puoi aiutarti contando da 1 a 5 ed effettuando una leggera resistenza al movimento dell’addome con la mano destra
c) continua l’inspirazione contando da 6 a 10 , riempiendo anche la parte alta dei polmoni , puoi verificare l’efficacia di questa azione esercitando una leggera resistenza al movimento del petto con la mano sinistra
d) trattieni il fiato per un secondo , quindi inizia attraverso a svuotare gradualmente i polmoni espirando. Puoi aiutarti in questa azione contando da 1 a 10 ed esercitando una leggera pressione utilizzando in sequenza la mano sinistra e quindi la destra. Va svuotata prima la parte alta dei polmoni, quindi la parte bassa.
Effettua questa sequenza 3 volte di seguito, nella maggior parte dei casi aiuta a regolarizzare il processo della respirazione. Se puoi , continua a respirare in modo ‘circolare’ lasciando fluire autonomamente i processi di inspirazione ed espirazione.
puoi utilizzare questa sequenza anche in modo preventivo, per aiutarti a gestire l’ansia prima di entrare in specifiche situazioni che solitamente vivi con ansia
come ti trovi con questo esercizio?
se trovi d’aiuto utilizzare questa sequenza e ti va di condividere la tua esperienza ti invito a farlo inserendo un commento sulla mia pagina FB
se trovi delle difficoltà ad applicare al sequenza e senti il bisogno di un aiuto professionale per apprendere come ridurre il livello di ansia contattami. Elaboreremo assieme la tua strategia funzionale di gestione dell’ansia.
I sintomi che ci aiutano a riconoscere la relazione tossica possono essere:
non riesco a fare a meno dell’altra persona, anche se vivo con sofferenza / disagio la sua presenza nella mia vita
vivo una sensazione di sottomissione al partner, che esercita una forte influenza sulle scelte di vita importanti per me
mi sento umiliato/a dal mio partner ma non riesco a lasciare l’altra persona
non riesco a prendere decisioni importanti senza l’altra persona
mi sento indifeso/a, vulnerabile, vivo uno stato d’ansia forte in assenza dell’altra persona
l’altra persona è la mia unica fonte di energia vitale, senza mi sento svuotato/a di significato, privo/a di energie
Si tratta di una vera e propria forma di dipendenza?
in molti casi può essere considerata alla stregua di altri tipi di dipendenza:
il mio benessere personale dipende dalla presenza nella mia vita di un’altra persona, senza la quale non riesco a vivere bene
Sviluppare una dipendenza affettiva per un’altra persona può essere sano, quando ci troviamo in una relazione con una persona dalla quale ci sentiamo riconosciuti e valorizzati, accettati per quello che siamo, sostenuti quando abbiamo bisogno di aiuto, facilitati nel nostro percorso individuale di sviluppo personale; quando tra i partner c’è la capacità di generare un equilibrio tra la relazione di coppia e le relazioni esterne alla coppia.
Quando viene riconosciuto reciprocamente il diritto dell’altro a prendersi cura della propria indipendenza e ciascuno dei partner si sente libero di prendere delle decisioni per sé, fare delle scelte, esprimere la propria diversità all’interno della coppia.
La tendenza attualizzante di questo tipo di relazione, che può essere definita di interdipendenza, facilita lo sviluppo del potere personale (empowerment) di ciascuno dei partner, ed è caratterizzata da un livello elevato di benessere relazionale. Si tratta quindi in questo caso di una dipendenza affettiva sana.
Quali caratteristiche ha invece una relazione di dipendenza affettiva tossica?
Una dipendenzaaffettiva tossica invece é caratterizzata da una ripartizione del potere interpersonale non equa all’interno della relazione tra i partner: spesso si configura come una relazione tra una persona alla quale viene riconosciuto un potere molto forte ed un’altra che accetta la subordinazione a tale potere. Alcune persone hanno una naturale tendenza a dipendere da altri e cercare questo tipo di relazione; questa tendenza alla dipendenza, spesso è di origine traumatica: durante l’infanzia può essere mancato in parte o totalmente il riconoscimento positivo da parte delle figure adulte di riferimento e la persona in età adulta rischia di ricadere in un tipo di relazione caratterizzata da questa carenza.
Come la falena che è attratta inesorabilmente dalla fonte di luce che rischia di diventare in breve tempo una fonte tossica distruttiva, così una persona con una tendenza alla dipendenza quando ne incontra un’altra con una forte tendenza narcistico-seduttiva rischia di accettare la subordinazione al potere dell’altro e di conseguenza accettare incondizionatamente una perdita parziale o totale di autonomia e libertà personale, lo sfruttamento e/o lo sfruttamento emotivo o fisico da parte dell’altra persona.
La persona dipendente rischia di delegare quote importanti del proprio benessere e del proprio equilibrio personaleall’altro e di non riconoscere legittimità a sé stessa e alle proprie esigenze personali, alla sofferenza che prova nell’accettare di vivere all’interno di una relazione così nociva. Possono essere delegate al partner: l’equilibrio emotivo, la capacità di risolvere problemi, di risolvere conflitti, di prendere decisioni, di gestire l’ansia e lo stress ed altre funzioni personali di vitale importanza.
Diventa in tal modo molto difficile per la persona dipendente anche solo ipotizzare la possibilità di trovare una via d’uscita da tale relazione
Come avviene per altri tipi di dipendenze, anche la dipendenza affettiva è caratterizzata da vere e proprie crisi di astinenza, che vengono sperimentate in assenza del partner e che portano la persona dipendente a ricadere con facilità all’interno della relazione tossica, quando il partner esercita il proprio potere seduttivo per attrarla e ricondurla nuovamente a sé.
Come è possibile liberarsi da una dipendenza affettiva tossica?
Sviluppando la propria assertività, il contatto con le proprie esigenze e la capacità di richiedere all’altro che esse vengano riconosciute, rispettate e soddisfatte, è possibile migliorare la qualità della relazione con il proprio partner.
Se la difficoltà a recuperare equilibrio nella relazione è più forte, attraverso un percorso di psicoterapia è possibile ricevere il sostegno psicologico necessario per intraprendere un percorso di empowerment e liberarsi da una dipendenza affettiva tossica: la persona può iniziare gradualmente a riconoscere i limiti e i danni legati alla relazione di dipendenza affettiva, esplorare quindi le possibili soluzioni per recuperare le quote di potere personale delegate al partner, sviluppare infine nuove modalità maggiormente funzionali per prendersi cura delle proprie fragilità e relazionarsi in modo sano con se stessa e le altre persone.
Se cerchi aiuto per uscire da una dipendenza affettiva / relazione tossica
Esiste una naturale tendenza in ciascuna persona, che la orienta verso la completa attualizzazione di sé stessa. Questa è ciò che Carl Rogers definisce tendenza attualizzante.
Come la ghianda che racchiude in sé tutto il potenziale di sviluppo per poter diventare una quercia, così ciascuno di noi racchiude in sé le risorse sufficienti e necessarie per potersi realizzare pienamente come persona.
Una visione della natura umana positiva, fiduciosa, orientata al benessere, all’attualizzazione del potenziale, all’espressione piena del potere personale (empowerment).
E’ la presenza o meno delle condizioni che facilitano l’espressione di questa tendenza a fare la differenza.
Come la ghianda ha bisogno di sole, terra ed acqua per poter evolvere nel migliore dei modi, così ciascuno di noi ha bisogno di queste 3 condizioni sufficienti e necessarie per poter realizzare pienamente il proprio potenziale:
> accettazione positiva incondizionata: sentirsi accettati per quello che siamo, in primis da noi stessi. E’ una condizione che non sempre è disponibile, oppure non ci ‘arriva’ dalle persone per noi significative con quell’intensità necessaria che ci consente di fare nostro questo prezioso riconoscimento positivo. Rappresenta un nutrimento essenziale per apprendere come prenderci cura di noi stessi e della relazione con gli altri.
> empatia: sentirsi compresi nei vissuti più profondi che caratterizzano le diverse esperienze che la vita ci offre. E’ molto difficile poter offrire a noi stessi e agli altre questo tipo di comprensione se non abbiamo avuto la possibilità di nutrirci di questa condizione attraverso le relazioni con le persone per noi maggiormente significative.
> congruenza: tra il nostro sé ideale, il nostro sé reale, il nostro sé percepito.
A volte rischiamo di alimentare il divario che sussiste tra questi tre livelli di consapevolezza di noi stessi, limitando in tal modo il nostro potere personale che trae invece nutrimento dall’armonia tra gli stessi. Riconoscendo ad esempio maggiore legittimità a ciò che dovremmo essere, alla versione ideale di noi stessi rispetto a ciò che realmente siamo o percepiamo in un determinato momento: quando ciò avviene rischiamo di limitare la funzione di guida per la nostra realizzazione personale che il nostro sé ideale può potenzialmente rappresentare e alimentiamo la nostra incongruenza. L’incongruenza é ciò che si manifesta nei classici sintomi che la medicina occidentale e la psichiatria definiscono ‘ansia‘ , ‘depressione‘ , ‘dipendenza affettiva’ o più genericamente ‘disagio‘.